Con una serie di interventi sulla stampa cittadina, si è finalmente avviato il dibattito sul nuovo PUC di Genova. Il “Gruppo Città” del Centro Ineuropa ha dedicato uno dei suoi incontri all’argomento cui hanno partecipato l’Ing. Paolo Tizzoni, che coordina il progetto, e l’Assessore Mario Margini. Nelle prime discussioni sull’argomento emerge, tra le altre, la necessità che le scelte di pianificazione urbana tengano conto di quelli che sono gli scenari evolutivi del Porto che, come è sempre avvenuto nel passato, si pone come l’elemento fondamentale dei destini della città. D’altra parte, anche lo strumento urbanistico del Porto (PRP) è in scadenza e sono in corso i primi lavori di preparazione del nuovo. Le due procedure sono, peraltro, sfasate nei tempi in quanto, mentre il progetto di PUC è praticamente pronto per l’adozione da parte del Comune, siamo ancora abbastanza lontani da una bozza di Piano Regolatore Portuale. Il fatto che le considerazioni ambientali (la sostenibilità ambientale, come si dice ora) debbano essere poste alla base delle scelte di pianificazione, ci offre tuttavia l’opportunità di superare, al di là di quanto potrà fare lo sforzo che gli Enti e le forze politiche metteranno in campo, il “gap” che si è evidenziato. Mi riferisco in particolare alla possibilità che i due progetti urbanistici siano sottoposti contestualmente alla procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) di cui alla Parte Seconda del D. Lgs. 152/06. Come è noto, la VAS (procedura cui obbligatoriamente devono essere sottoposti i Piani che hanno rilevanza ambientale) può essere attivata sia su un progetto di Piano già definito, come nel caso del PUC comunale, sia a partire dalle fasi iniziali della pianificazione. Anzi, a mio parere, è proprio in tale forma “contestuale al processo di formazione del piano” (art. 11 D. Lgs. 152), che la procedura dispiega al meglio le sue caratteristiche ed i suoi effetti e rende concreto il concetto, predicato da molti, di “pianificare a partire dall’ambiente”. Tra l’altro, il fatto che tale procedura si svolga (almeno in parte) a livello regionale offre l’ulteriore opportunità (anch’essa da più parti invocata) che le scelte pianificatorie portuali siano considerate in un’ottica integrata almeno a livello regionale. La proposta che mi sentirei di fare è dunque di sollecitare l’Autorità Portuale a produrre al più presto un documento, per quanto “grezzo” ed articolato per scenari, su cui attivare, contestualmente al PUC, la procedura di cui sopra.
Eugenio Piovano Genova, 28 Giugno 2011
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