Advertisement
 
 
n.2/2011 Donne e lavoro. Quest’Europa è davvero contro le diseguaglianze?

Se quella attuale non è l’Europa migliore, l’Italia continua a “non essere un paese per donne”.
Sono queste alcune delle risposte emerse dall’incontro “Donne e lavoro. L’Europa contro le diseguaglianze” organizzato dal Centro In Europa il 20 maggio scorso a Villa Rosazza. Presentate da Carlotta Gualco, direttrice del Centro In Europa, Anna Colombo, segretaria generale del gruppo dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo, ha discusso con tre esponenti del mondo sindacale – Cristina Balsano della CISL, Patrizia Bellotto della CGIL e Lella Trotta della UIL – e una rappresentante del comitato Se non ora quando? di Genova, Eva Provedel, la situazione femminile in Europa e in Italia.     
Questa Europa, preda di divisioni, retta da un esecutivo fragile e da governi nazionali votati più all’austerità che alla crescita può in realtà far poco per ridurre le distanze che, soprattutto nel  mondo del lavoro, continuano a separare le donne dagli uomini. Occorre una scossa, perché l’Unione europea torni ad essere un motore di sviluppo e di speranza. Che una scossa sia necessaria lo affermano anche le sindacaliste, consapevoli di una situazione di urgenza anche etica (“che fine hanno fatto le conquiste delle donne?” si è chiesta Cristina Balsano), in cui la discriminazione è sempre dietro l’angolo, come ha ricordato Lella Trotta citando l’esempio della ricerca di personale declinata solo al maschile recentemente pubblicata da una farmacia genovese. Eva Provedel ha ricordato appuntamenti e obiettivi del movimento di donne (e uomini) che ha riempito le piazze lo scorso 13 febbraio, come l’affermazione dell’illegalità delle lettere di dimissioni in bianco che ancora alcuni datori di lavoro fanno firmare a donne (e uomini, NdR) all’atto dell’assunzione.
Un invito ad unire le forze è venuto da Patrizia Bellotto. Chissà che l’elezione di una donna, Bernadette Ségol, a segretaria generale della Confederazione Europea dei Sindacati non contribuisca, assieme a una nuova consapevolezza e mobilitazione femminile, a segnare una svolta, in Europa e in Italia.

a cura del Centro In Europa

 
 
 
© 2024 Centro in Europa - CF 95028580108 - PI 01427710999