Il Prof Caselli ricorda innanzitutto che molte Università del nostro paese hanno posto all’ordine del giorno il tema della rendicontazione sociale. Alcune pubblicano da qualche anno il bilancio sociale, con il quale si da conto – in maniera strutturata – degli impegni assunti, dei risultati conseguiti, degli effetti sociali prodotti nell’ambito di un dialogo tra l’Università e i propri stakeholders finalizzato al miglioramento della performance. L’Ateneo genovese, nel giugno scorso, ha prodotto il suo primo bilancio sociale, una sorta di prototipo riferito al periodo 2008 – 2010, curato dallo stesso Prof Caselli. Le tematiche affrontate nel documento riguardano: valori, mission, governance; risorse, attività e risultati, impatto socioeconomico. Per ciascuna di tali tematiche vengono illustrati gli aspetti più salienti, valutati in termini sia quantitativi che qualitativi. Ne emerge un quadro di grande interesse e utilità dal quale – anche se forzatamente incompleto – possono trarsi indicazioni su come procedere nel prossimo futuro con l’intento di attivare un confronto approfondito sullo stato della nostra Università promuovendo un comune sentire sulle sue prospettive e sul suo contributo allo sviluppo della società genovese e ligure. Non è possibile sintetizzare – in breve spazio – un documento complesso e articolato la cui illustrazione da parte del Prof. Caselli ha richiesto due incontri del Gruppo di lavoro. Ci limitiamo a riportare qualche dato significativo per uno schematico identikit del nostro ateneo:
I numeri dell’Università di Genova 153 Corsi di laurea e laurea specialistica (a.a. 2008/2009) 14 Scuole di dottorato (articolate in 67 corsi) + 3 Corsi di dottorato non riconducibili a Scuole XXIV ciclo (a.a.2008/2009) di cui uno internazionale. 4 Poli didattici Genova: tutte le facoltà Savona: Economia, Ingegneria, Medicina e Chirurgia, Scienze della Formazione Imperia: Economia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia La Spezia: Architettura, Ingegneria, Medicina e Chirurgia. 355 milioni di euro di entrate (70% di provenienza pubblica, 11,5% contribuzione studentesca, 6% da attività in conto terzi) e 348 milioni di euro di uscite nel 2008 97 progetti di ricerca MIUR (Prin) nel 2008 per un importo di circa €4 milioni 79 progetti di ricerca nell’ambito dei programmi quadro della Commissione Europea per un importo di circa €25 milioni 52 brevetti di cui l’Ateneo è titolare 480 milioni di euro è l’effetto reddito prodotto dall’Ateneo genovese (si è applicata la metodologia utilizzata dall’Università del Piemonte Orientale). 13100 i posti di lavoro riconducibili direttamente (3700) e indirettamente alla nostra Università. Genova in graduatoria Nelle graduatorie MIUR che misurano le performance didattiche delle Università pubbliche Genova si colloca nel 2009 al quattordicesimo posto su 56 atenei con un punteggio pari a 746. Al primo posto troviamo il politecnico di Milano (930 punti) e all’ultimo posto l’Università di Catanzaro. Le grandi Università del nord precedono di poco il nostro Ateneo che sopravanza a sua volta sedi prestigiose come Pavia, Padova, Firenze, Napoli (Federico II), Roma La Sapienza, Pisa. Nelle graduatorie MIUR che misurano le performance nelle attività di ricerca Genova si colloca all’ottavo posto con 581 punti; Roma La Sapienza è al primo posto con 955 punti. Ben 34 atenei su 56 si trovano al di sotto del punteggio di 200. Il Prof Caselli ribadisce che Genova e la Liguria hanno bisogno della loro Università: – per i circuiti che essa riesce e riuscirà ad attivare: i processi di internazionalizzazione trovano nell’Università un punto di forza; in tali processi la città e la regione possono inserirsi efficacemente. – per le idee innovative che genera: i frutti della ricerca possono avere effetti di trascinamento e di fertilizzazione purché il contesto sia disposto ad accoglierli oltre che stimolarli. – per i giovani che forma e apre alla speranza e più in generale per i processi di apprendimento e di valorizzazione del capitale umano che riesce a innescare e sviluppare. per l’impatto sul territorio, per il contributo che può dare alla costruzione di una migliore qualità di vita nelle molteplici dimensioni culturali, sociali, economiche. Genova e la Liguria hanno bisogno della loro Università. L’Ateneo non può non preoccuparsi della sintonia tra le proprie attività formative e di ricerca e le domande espresse dal contesto istituzionale, produttivo, professionale, socio-culturale. Il contesto a sua volta deve preoccuparsi dell’esistenza delle condizioni che possono consentire all’Università di assolvere pienamente al suo ruolo promozionale e di sviluppo.
a cura del Centro In Europa
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