UN LIBRO CHE PARLA A TANTI
Appunti dalla
presentazione del libro di Beppe Del Colle “Cattolici, dal potere al silenzio”
Un libro che parla a molti su
registri diversi, quello presentato il 25 novembre a Villa Rosazza su
iniziativa del Centro In Europa e del circolo Aldo Moro.
Scritto in collaborazione con
Pasquale Pellegrino, il libro (edizioni San Paolo, 18 euro) ripercorre a
partire dal Risorgimento il rapporto fra cattolici e politica, articolandosi in
una serie di domande e risposte, riferimenti a fatti, personalità e ricordi
personali dell’autore, presentati in maniera assai leggibile (“senza
presunzione di scrivere un libro di storia”, ha puntualizzato l’autore, “ma
solo di fare giornalismo”).
Sui contenuti del libro si sono
confrontati tre rappresentanti autorevoli del mondo cattolico genovese: Maria
Pia Bozzo, Gian Carlo Piombino e Stefano Zara. Ai loro interventi se ne sono
aggiunti diversi dal pubblico (Peppino Orlando, Franco Monteverde, Giuseppe
Rolandi, Giacomo Costa). Le
considerazioni su alcuni passi del libro, sui ritratti di figure come Scelba e Moro, sul ruolo dei cattolici nel
PD, sulle posizioni delle gerarchie ecclesiastiche, hanno messo in rilievo come
il libro si presti a suscitare il dibattito tanto sull’interpretazione del
passato quanto su temi di attualità.
Per chi come la scrivente si
riconosce radici cristiane – a dire il vero un po’ inaridite dalla
constatazione che il comportamento di alcuni settori della Chiesa e di suoi
presunti alfieri politici non appaiono molto coerenti ai precetti evangelici –
leggere il libro e ascoltare gli interventi è stata l’occasione per apprezzare
l’attualità dei valori cattolici del primato della persona e della sua dignità
(da ovunque essa arrivi), non sacrificabili alle lusinghe del potere o all’imperio
di un sistema capitalistico che ha ampiamente dimostrato i suoi limiti. Se un
benevolo rimprovero può essere mosso al coraggioso editorialista di Famiglia
cristiana è forse quello di una certa indulgenza generalizzata nei confronti
della Chiesa, che sicuramente nasce dal rispetto e dalla fede.
È da quei valori, dall’energia
che anche oggi essi potrebbero sprigionare, che occorre ripartire per tentare
di costruire, insieme alle persone e alle forze politiche che quei valori
condividono, quel rinnovamento morale e politico di cui si sente tanto il
bisogno. La frantumazione del mondo cattolico, la differenziazione delle
posizioni, per quanto inevitabili, rischiano di riprodurre gli schemi di una
politica altrettanto frantumata e sfilacciata, con il risultato di perdere, in
entrambi i casi, ogni appeal nei
confronti di chi continua a non voler ridurre il proprio orizzonte al culto
dell’individualismo esasperato, della disillusione, del cinismo, della paura
dell’altro.
C. G.
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