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n°9/2010 Mobilità e cooperazione internazionale: vere opportunità per la scuola
Il 30 settembre 2010, in occasione della terza Giornata europea del dialogo interculturale, il Centro In Europa, Intercultura e la Fondazione Intercultura, in collaborazione con l’Antenna Europe Direct del Comune di Genova, hanno organizzato l’evento “Mobilità e Cooperazione internazionale nella Scuola”.
L’incontro si è aperto con un videomessaggio di Matteo Fornara, della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, che ha ricordato come la mobilità abbia un ruolo fondamentale nella strategia europea di rilancio della crescita e dell’occupazione. Sono intervenuti fra gli altri la prof.ssa Maria Anna Burgnich dell’Ufficio scolastico regionale, Roberto Ferrero, responsabile dei volontari Intercultura per Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta, Letizia Barbieri, presidente del Centro locale di Genova di Intercultura, Alessandra Risso dell’Antenna Europe Direct. Le testimonianze sull’esperienza di Intercultura, che consente di svolgere periodi di studio presso scuole di tutto il mondo, si sono accompagnate alla presentazione di altre opportunità offerte dall’Unione europea e dal Consiglio d’Europa, grazie agli interventi del prof. Pietro Ainardi, Dirigente scolastico dell’Istituto di Istruzione Des Ambrois di Oulx, della prof.ssa Luciana Guido del Liceo Mazzini (Genova), delle prof.sse Ivaldi e Dodino dell’ITIS Majorana (Genova), della prof.ssa Chiara Saracco dell’IPC Montale di (Genova) e dei giovani Ludovica Ceschi e Jacopo Invernizzi. Hanno inoltre preso parte alla discussione la prof.ssa Aurora Pittau del Liceo Marconi di Chiavari e la prof.ssa Luisa Ciarletta del Vittorio Emanuele-Ruffini (Genova).  
Di seguito una sintesi dell’intervento di apertura di Carlotta Gualco, direttore del Centro in Europa.


Abbiamo dedicato un incontro ai temi della mobilità e della cooperazione internazionale nella scuola perché siamo convinti che siano importanti. Nelle relazioni che seguiranno ci sforzeremo di dimostrare concretamente i vantaggi della mobilità degli studenti e degli insegnanti e di alcune azioni come etwinning, Comenius e CLIL, che favoriscono comunque l’apertura delle istituzioni scolastiche verso altre culture, lingue, punti di vista; ci siamo dati come obiettivo con gli amici di Intercultura e i professori presenti di non nascondere le difficoltà, indicando se possibile modi per superarle.
Sicuramente questi strumenti sono utili proprio per sviluppare la sensibilità interculturale dei ragazzi, la capacità di confrontarsi con l’altro o l’altra, sensibilità e capacità minacciate dai problemi veri e dai tanti luoghi comuni che porta con sé l’immigrazione, a maggior ragione in un momento di crisi economica e sociale e di disoccupazione crescente, al di là dei timidi segnali di ripresa.
E questo è un rischio vero, che non riguarda solo l’Italia. Lo provano le ricerche, come quella realizzata da Intercultura, come quella che realizzammo noi nel 2007 nelle scuole genovesi, che hanno registrato gli stessi segnali di allarme in termini di pregiudizio e chiusura nei confronti degli stranieri. I focolai di xenofobia si sono moltiplicati in Europa, hanno assunto in qualche caso la dignità di forza politica, sono penetrati anche nelle istituzioni europee.
Noi sappiamo che per fortuna esistono anticorpi potenti, penso che buona parte di noi che siamo qui ne possediamo a sufficienza.
Ma il rischio della deriva esiste e va combattuto soprattutto con l’arma della razionalità.
Intanto mantenendo la consapevolezza del ruolo formidabile della scuola nel forgiare un paese, le sue competenze, le sue abilità, la sua capacità di competere e non smarrire la strada dell’equità sociale, dell’apertura all’altro, della responsabilità e consapevolezza dei diritti, dei doveri e dei valori di fondo.
Lo so che mi rivolgo a rappresentanti di un mondo della scuola in grave difficoltà. Tuttavia mi aspetto e credo con me molti altri che il mio paese possa, come altri hanno fatto in Europa, riconoscere, anche in tempi di ristrettezze di bilancio, che la scuola è un motore fondamentale dello sviluppo sociale economico e anche morale dell’Italia.
L’Unione europea ci dà l’occasione per farlo, attraverso l’impostazione di un programma a 27 di rilancio della crescita e dell’occupazione, la “Strategia Europa 2020” che giustamente mette l’istruzione e la conoscenza – e pure la mobilità – al centro del rilancio dopo la crisi. Il quadro di riferimento quindi esiste, i paesi saranno chiamati a presentare fra pochi i mesi i loro piani di riforma: è dovere non solo del nostro governo ma anche di tutte le forze politiche, del mondo dell’impresa, del lavoro, delle associazioni e dei cittadini pretendere che ciò sia fatto, anche valorizzando il ruolo dell’istruzione e non solo il rispetto della disciplina di bilancio.
E non vale dire che l’Europa è in crisi, che è lontana dal cuore dei cittadini: vediamo i progressi che sono stati fatti con la vigilanza dei mercati finanziari, l’avanzamento verso un vero governo europeo dell’economia. Non vi chiedo solo di aver fede, ma considerare i passi concreti che sono stati fatti dopo la crisi finanziaria e il tracollo della Grecia. Abbiamo avuto testimonianza anche del ruolo di guardiana dei diritti dell’Europa, come ha dimostrato la reazione ai cosiddetti rimpatri volontari dei Rom in Francia.
Nell’apertura mentale che deriva dalla partecipazione ai programmi di scambi, vorrei proprio che ci fosse posto anche per la consapevolezza del ruolo importantissimo che l’Unione europea, se adeguatamente orientata, può svolgere per sostenere l’occupazione, il miglioramento delle condizioni economiche e sociali, dell’ambiente.
Un’associazione culturale come la nostra non può naturalmente pensare di risolvere questi problemi con le sue piccole forze, per quanto sostenuta da altri soggetti di buona volontà. Può compiere però un lavoro di sensibilizzazione, di accrescimento della conoscenza: delle opportunità offerte dall’Unione europea, dal Consiglio d’Europa e da soggetti importanti come Intercultura; di sviluppo di capacità critiche e propositive che, grazie all’Antenna Europe Direct possono essere portate alle istituzioni europee; all’attenzione dei nostri deputati europei e delle istituzioni locali, che, pur nelle difficoltà del momento, condividono la nostra fiducia nell’apertura al mondo come arricchimento, confronto, comunque crescita.
Sono queste convinzioni che animano il gruppo Scuola ed Europa del Centro In Europa, luogo di riflessione e di nascita di molti dei progetti che abbiamo poi attuato concretamente, come il progetto “Genova laboratorio di cittadinanza europea interculturale”, realizzato insieme alla Fondazione per la Scuola lo scorso anno, i progetti in corso a sostegno dell’integrazione degli studenti immigrati e quelli in preparazione sui temi dell’identità e della cittadinanza. Ringrazio in particolare la prof.ssa Saracco, che ha proposto di tenere questo incontro.

Carlotta Gualco

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