di Chiara Saracco
Nel mese di giugno si è svolto in Bulgaria un corso per insegnanti ed educatori su Civic Identity, finanziato dal Consiglio d’Europa nell’ambito del programma Pestalozzi. Come d’abitudine, al corso hanno partecipato docenti di diversi paesi membri (dal Portogallo all’Armenia) ed un cospicuo numero di rappresentanti del paese ospite. I concetti fondamentali che l’organizzatore (prof. Rumen Valchev) ha voluto trasmettere sono stati i seguenti: 1. L’identità civica è una parte della più complessa identità individuale, e da quest’ultima bisogna partire per modellare una educazione alla cittadinanza funzionale e costruttiva. 2. La costruzione dell’identità civica deve erigersi su due pilastri di ugual importanza: la conoscenza teorica dei sistemi giuridici ed economici e la promozione della partecipazione attiva dei giovani a tali sistemi. Siccome in tutti i paesi membri risulta più sviluppato il primo pilastro rispetto al secondo, durante il seminario sono stati illustrati metodi di lavoro rivolti ad incentivare il coinvolgimento degli studenti. Appare evidente che il ruolo dell’insegnante è in questo contesto non tanto quello di dispensatore della conoscenza, quanto di mediatore tra il mondo del sapere e quello dei giovani, nonché di galvanizzatore delle loro energie, sopite ma presenti. 3. L’orizzonte che fa da sfondo al seminario è la crisi che attanaglia tutti i paesi membri, sia pure in modi diversi: i cittadini mostrano sfiducia e disaffezione crescenti verso la democrazia, e ciò è tanto più vero per le giovani generazioni, che esprimono giudizi severi sui comportamenti degli adulti ed insieme un senso di impotenza e di rassegnazione. Il seminario è stata l’occasione per i partecipanti per gustare l’Europa e per lasciarsi da essa misurare nei propri punti di forza e di debolezza. In particolare in Italia sembra si stia assistendo ad una volontà di rinnovamento con l’introduzione di una nuova materia in ogni ordine di scuola, Cittadinanza e Costituzione. Sul valore di questa iniziativa e di come verrà realizzata nella quotidianitá si dovrá ragionare tenendo sicuramente presenti le suggestioni del Consiglio d’Europa. Quanto al gruppo scuola del Centro in Europa, si può invece concludere che sta agendo nella giusta direzione: in tutte le occasioni in cui sono stati coinvolti i ragazzi (come nello scorso 9 maggio), essi sono stati chiamati a svolgere un ruolo attivo; inoltre nei corsi rivolti agli insegnanti è stata praticata una metodologia attiva durante la quale i docenti hanno elaborato unità didattiche da utilizzare nelle proprie classi. Questa è stata proprio la richiesta rivolta al prof. R. Valchev dai partecipanti alla conclusione del seminario di Primorsko.
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