di Simone Guerrini
Tra marzo e settembre 2009 ho avuto l’opportunità di lavorare presso l’ufficio progetti di Argirocastro della Presenza OSCE in Albania. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE) nasce nel 1995 come istituzionalizzazione della precedente Conferenza, che fu il tavolo di trattativa e sede del dialogo tra la NATO ed il Patto di Varsavia. Come in molti altri stati, l’OSCE è presente in Albania con un mandato specifico, che riguarda il monitoraggio della vita democratica, della sicurezza e del rispetto dei diritti umani. Le mie attività si potevano quindi suddividere in tre filoni: gli incontri con gli stakeholders locali, il supporto alla missione di osservazione elettorale e l’ideazione e gestione di progetti a sostegno dei diritti umani della popolazione albanese.
Il monitoraggio della situazione politica è un’attività appassionante ed intensa: si inizia a costruire la fiducia reciproca tra interlocutori e si può arrivare fino ad essere honest broker tra le stesse istituzioni locali e nazionali. Tra le attività che mi hanno maggiormente toccato posso citare le ispezioni nelle carceri e nelle strutture di pre-detenzione, esperienze forti che non dimenticherò.
Nel 2009 si sono tenute le elezioni politiche che hanno visto la contestata vittoria e la conseguente rinomina di Sali Berisha a Primo Ministro. L’OSCE, in particolare l’organismo chiamato ODIHR, è stato chiamato ad osservare la regolarità delle operazioni di voto. Pertanto ho potuto collaborare alle attività della missione elettorale, monitorando ad esempio il censimento dei votanti e la distribuzione delle carte d’identità. Nel giorno delle elezioni ho partecipato alle attività come osservatore di breve termine: sebbene il clima fosse disteso ho riscontrato numerose irregolarità, una generale mancanza di preparazione degli scrutatori ed una preoccupante incidenza del voto famigliare.
In ultimo, ho ideato e realizzato un progetto a favore della locale comunità Rom: con il supporto di IRIDE Acqua Gas è stato possibile costruire un acquedotto dedicato alla popolazione Rom di Argirocastro. Molte sono state le difficoltà da superare, ma ancora più grande è stata la gioia di lavorare insieme alla comunità Rom per migliorare le condizioni di vita di adulti e bambini. Certamente questa è stata la parte più dura e gratificante di questi sei mesi trascorsi in Albania: tuttavia, guardando indietro, è nei sorrisi dei bambini che trovo lo sprone a continuare la mia carriera in ambito internazionale.
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